Industria 4.0 e Macchine 4.0

Dopo aver partecipato a molti convegni sull’industria 4.0 non si può non notare come l’attenzione sia incentrata sulle “fabbriche” e sugli incentivi messi a disposizione dal governo.

L’industria 4.0 coinvolge in modo attivo anche i produttori di beni strumentali che in molti casi si sono attivati solo da un punto di vista commerciale indicando come le loro macchine siano pronte per l’industria 4.0. Il concetto di “pronta” significa che risponde (vagamente) ai requisiti per accedere all’iperammortamento.

Questa corrispondenza tra industria 4.0 e iperammortamento rischia di far perdere di vista l’opportunità o meglio la necessità di avere una visione a lungo termine sull’industria 4.0 da parte dei produttori di macchinari specialmente quelli più piccoli e meno attrezzati dal punto di vista tecnologico.

Gli incentivi statali devono essere considerati un sassolino nello stagno per iniziare a smuovere le acque (che sono già ben burrascose nelle realtà internazionali). Non solo per le fabbriche, ma anche per i produttori di beni strumentali e non ultimi i fornitori di servizi di raccolta ed analisi dei dati.

Questo è il momento giusto per partire a mettere la testa su questa evoluzione. E ci sono delle domande fondamentali che un produttore di macchinari deve cominciare a farsi per modellare la mission aziendale al prossimo futuro.

  • i requisiti degli incentivi dove stanno spingendo le fabbriche?
  • se non prendo spunto da questi requisiti rischio di tagliarmi fuori dal mercato?
  • le fabbriche 4.0 chiederanno sempre più servizi di monitoraggio, manutenzione predittiva e assistenza veloce dai loro fornitori: come mi sto organizzando?
  • ho esplorato gli standard che si stanno consolidando per evitare la tentazione “faccio da me”?
  • sto aiutando i clienti a scegliere i miei prodotti spiegando che soddisfano i requisiti della norma e come?

Mettere in pratica questa evoluzione è indubbiamente faticoso, come lo sono tutte le evoluzioni. Ci sono però incentivi anche per chi deve intraprendere questa strada come il credito di imposta per la ricerca e lo sviluppo che è un peccato lasciare sul tavolo in un momento in cui l’R&D in azienda è diventato indispensabile.

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